E' il 1964, Selma č emigrata con suo figlio dall'Europa dell'Est in America. Lavora notte e giorno per salvare suo figlio dalla stessa malattia che affligge lei e che la renderā cieca. Il segreto della sua energia di vivere č il suo amore per i musical. Quando la vita č troppo dura, le basta fingere di trovarsi nel meraviglioso mondo dei musical, dove riesce a trovare la felicitā che il mondo non le riesce a dare.
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Azz, ke storia, pure se sopravvalutata: la persona più buona, gentile, dolce e disponibile di questo mondo subisce le angherie più spietate, feroci e crudeli di tutta la storia del cinema, rappresentate (come è stato molte altre volte) sul grande schermo in modo così toccante...
...fino ad essere condannata al carcere e poi alla pena di morte, precisamente all'impiccagione. E la impiccano per davvero, Cristo, con tanto di botola che si toglie improvvisamente da sotto ai piedi, a sfregio e ad una velocità impressionante. Agghiacciante.
Difficile non restare commossi e non piangere come vitelli nel finale. Solo che: 1) si tratta di un film (ahi ahi) girato con telecamera a mano (o a spalla, come preferite) e il che sinceramente non mi ha mai fatto impazzire, anzi..bisogna saperlo fare, se no è un disastro. Qui il risultato è dei migliori che finora ho mai visto, ma penso che il tutto sarebbe stato assolutamente eccellente e avrebbe spaccato di più se fosse stato girato in maniera tradizionale;
2) per certi versi è un musical e contiene vere e proprie scene stile musical. Peccato che la portante colonna sonora sia così così, non l'ho trovata nulla di speciale...non mi vergogno a dire che il film avrebbe retto bene anche senza tali scene: o si fanno a regola d'arte (perchè sono importanti), altrimenti nulla;
3) due ore e mezza potrebbero stancare taluni spettatori, così come pure molte altre scene qua e là che adesso non vi sto nemmeno qui ad elencare.
Sicuramente "Dancer in the Dark" è un film che non lascia indifferenti. Da veder non solo perchè Lars Von Trier è Lars Von Trier, ma perchè.....è ritratto della meschina vita di tutti i giorni e dell'ingiustizia che essa si porta con sè, per l'appunto. E badate che non sto usando vena poetica.